Il momento della vendemmia è arrivato, le cassette vengono disposte lungo i filari in giro per il Vecchio Continente, tensione mista ad allegria aleggiano nelle cantine e si avvicina il fatidico momento anche per una delle zone più vocate del Nord Italia: Barolo. Di certo il forte caldo ha segnato la stagione estiva in tutta Europa e molte zone vinicole hanno risentito di questo eccesso. Molti giornali e media hanno dato risalto alla situazione e ai danni naturali che si sono generati in ambito agricolo e all’ambiente e che, purtroppo, lasceranno il segno per anni a venire.

La situazione ci ha quindi spinti ad indagare nel dettaglio prendendo in esame due zone di produzione del Barolo DOCG, entrambe esposte a ovest ed entrambe MGA del comune di Barolo, differenziate per la prevalenza di suolo franco argilloso, il Bricco delle Viole in un caso e nell’altro franco sabbioso, La Volta. Le MGA sono state scelte per condizioni omogenee di esposizione ed altitudine – rispettivamente 413 e 403 m.sl.m. –  ed individuate per la composizione dei suoli sulla base della Carta dei suoli della Regione Piemonte.

Un trend di crescita complesso per le viti di Barolo 2022

Figura 1. Confronto tra il Saturnalia Evolution Index ricavato da due diversi campioni per la stagione 2022 e medie del periodo. Nel grafico sono riportate anche le precipitazioni giornaliere.

L’andamento delle due MGA per l’annata 2022 è stato paragonato con la media delle cinque annate precedenti (2017-2021) attraverso il SEI (Saturnalia Evolution Index) che restituisce la risposta fogliare e la relativa vigoria della pianta (vedi Figura 1). Come emerge chiaramente dal grafico e dai valori SEI, l’annata 2022, fin dal suo inizio vegetativo, si trova in una condizione di stress e di ridotta capacità vegetativa, particolarmente nella zona dove il terreno sabbioso ha accumulato minori riserve d’acqua nel periodo invernale. Le precipitazioni registrate nel periodo tra ottobre 2021 e marzo 2022 sono state di 156 mm, molto al dì sotto della media (-72%) del periodo degli ultimi 10 anni di circa 570 mm. Il mancato accumulo di acqua in questo periodo ha certamente contribuito, con le alte temperature registrate durante il ciclo vegetativo a partire dal 15 aprile, ad un andamento anomalo e sfidante per le viti in entrambe le MGA. 

Figura 2. Andamento meteo del 2022 delle temperature e precipitazioni.
Figura 3. Confronto tra temperature medie giornaliere registrate nel 2022 e media del periodo

Fasi fenologiche anticipate e poca pioggia 

Il perdurare di temperature alte (come suggerito dal grafico di confronto di Figura 3 tra la temperatura media del 2022 e la media degli ultimi 10 anni, la maggior parte delle temperature registrate è stata al dì sopra della media per i mesi di maggio, giugno e luglio) e in molti casi sopra la medie primaverili e la mancanza di precipitazione a recuperare, almeno in parte il gap iniziale, hanno fatto il resto, come si evidenzia dalle curve sia del terreno argilloso che di quello sabbioso. Tutti i passaggi fenologici risultano anticipati e sempre con una condizione di stress da parte delle piante. Certamente il terreno argilloso, con maggiore disponibilità idrica, ha contribuito a una risposta fogliare maggiore rispetto alla media 2017-2021, seppur le criticità permangono anche in questo caso. Si può notare come i pochi giorni di pioggia di maggio (dal 4 al 6 e dal 18 al 19 maggio) e l’umidità sostenuta dell’aria abbiano permesso nell’area argillosa di permettere alle piante una spinta maggiore grazie all’accumulo di acqua e umidità al suolo, portando per pochi giorni la curva ad allinearsi a valori simili alla media presa in esame. Prendendo in esame entrambe le curve in questo momento (26/08) di rush finale prevendemmiale (con precipitazioni ad inizio e metà agosto, vedi Figura 2), il crollo che entrambe segnano lascia pensare che le viti, come maratoneti agli ultimi chilometri, vogliano solo arrivare – sopravvissute – al traguardo.

Come sempre dobbiamo sottolineare che  non esprimiamo una valutazione su come potranno essere i vini frutto della vendemmia 2022; ma crediamo fermamente che informazioni di rilievo sull’andamento vegetativo – ottenute grazie all’elaborazione dei dati satellitari – possano arricchire il comparto in termini di dati disponibili per i tecnici e così sostenere chi produce, chi tutela e promuove, chi vende e tutti quelli che, comunque vada, si godranno un calice di quello che sarà la vendemmia 2022 a Barolo.

Le nostre analisi non si fermano con Barolo: nuovi report su altre aree di produzione (Bordeaux, Burgundy, Barolo) sono in programmazione per i prossimi mesi. Non perdetevi le nostre pubblicazioni contenenti tutti i dati e le informazioni esclusive che l’analisi satellitare ci può offrire: iscrivetevi alla nostra newsletter immettendo la vostra email nella casella a fondo pagina per rimanere sempre aggiornati. Questa era solo un’anteprima! 

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Barolo 2022: solo caldo o anche stress per mancanza d’acqua?